Competenze Digitali, al via il Piano Operativo della Strategia Nazionale

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È Giugno 2020 quando il Governo Italiano adotta il piano di Piano Operativo della Strategia Nazionale per le competenze digitali.

Per Piano Operativo-  in base al documento pubblicato su Repubblica Digitale – si intende le azioni di sistema per l’attuazione delle linee di intervento definite nella Strategia e ne individua gli obiettivi, misurabili, perseguiti per ogni azione nell’ambito di ciascun asse di intervento. Il documento evidenzia anche le principali iniziative intraprese dalle singole amministrazioni e dalle organizzazioni della Coalizione Nazionale per le competenze digitali. Il Piano indirizza le 41 linee di azione individuate nella Strategia attraverso 111 azioni e prevede un cruscotto di oltre 60 indicatori per monitorare l’impatto sui 4 assi di intervento.

Si tratta della prima volta in assoluto, nella storia del Paese che si decide di adottare una strategia globale per le competenze digitali, grazie all’attuazione di interventi organici, multisettoriali ed efficaci che siano da volano per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia.

Si parte dalla necessità di ridurre il divario che attualmente persiste e che evidenzia notevoli differenze tra i paesi del nord e sud dell’Europa. Lo si evince dalla ricerca pubblicata in CEDEFOP e illustrato nel precedente articolo pubblicato sul sito EDA’n’EDA. L’Italia è ancora tra i paesi fanalino di coda per le competenze digitali dei cittadini: solo tra il 20-30% ne possiedono.

Gli obiettivi della nuova strategia dovranno essere realizzati entro il 2025, ma quali sono nel dettaglio?

L’articolo pubblicato all’interno di Repubblica Digitale ne elenca alcuni che intendono contribuire alla crescita del paese:

  • Raggiungere il 70% di popolazione con competenze digitali almeno di base, con un incremento di oltre 13 milioni di cittadini dal 2019 e azzerare il divario di genere;
  • Duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate (con il 78% di giovani con formazione superiore dimezzando il divario di genere, il 40% dei lavoratori nel settore privato e il 50% di dipendenti pubblici);
  • Triplicare il numero dei laureati in ICT e quadruplicare quelli di sesso femminile, duplicare la quota di imprese che utilizza i big data;
  • Incrementare del 50% la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT;
  • Aumentare di cinque volte la quota di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici, portandola al 64% e portare ai livelli dei Paesi europei più avanzati, l’utilizzo di Internet anche nelle fasce meno giovani della popolazione (l’84% nella fascia 65-74 anni).

L’asse di intervento riguarderà principalmente 4 aree:

  • Istruzione e Formazione Superiore
  • Forza Lavoro
  • Competenze Specialistiche ICT (Information and Communication Technologies)
  • Cittadini

Il 2020 rappresenta un anno di svolta nel settore, ora ci sono poco meno di cinque anni per attuare quanto precedentemente evidenziato.